La crisi cambia gli italiani è quanto emerge dall’indagine annuale condotta dall’istituto di ricerca che dal 1964 ad oggi fotografa il paese. Cambiano gli usi e i costumi del popolo italiano ma soprattutto cambiano le abitudini e i modi di comportarsi. Soli, impauriti, cinici, senza speranza per il futuro, è questa l’istantanea di un paese in crisi.
“Le Considerazioni generali introducono il Rapporto sottolineando come il Paese viva una profonda crisi della cultura sistemica: nella «società delle sette giare», i poteri sovranazionali, la politica nazionale, le sedi istituzionali, le minoranze vitali, la gente del quotidiano, il sommerso e la comunicazione appaiono come mondi non comunicanti, che vivono di se stessi e in se stessi”. Più diseguaglianze, meno integrazione, e tanto capitale umano dissipato.
Il dato più allarmante riguarda i giovani. Dei 4,7 milioni di ragazzi che vivono per da soli, oltre un milione non riesce ad arrivare all’ultimo giorno del mese. Sono 2,4 milioni quelli che, invece, ricevono un aiuto economico da mamma e papà.