Ci sono atti d’amore, che superano persino la morte: la donazione degli organi è un gesto che può salvare tante vite e che andrebbe incentivato di più.
Viene subito alla mente la foto che da giorni gira sul web, quella di alcuni medici che si inchinano davanti alla salma di Liang Yaoyi, ragazzino 11 enne che sapendo di non poter vincere la sua malattia, aveva disposto come ultima volontà la donazione degli organi.
Attualmente in Italia la donazione è regolamentata dall’articolo 23 della Legge 1° aprile 1999, n. 91, dalDecreto ministeriale dell’8 aprile 2000, aggiornato con il Decreto ministeriale dell’11 aprile 2008: per poter donare gli organi bisogna avere una esplicita dichiarazione di volontà, poichè senza i familiari possono presentare opposizione scritta al prelievo durante il periodo di accertamento di morte.
Per dare la propria liberatoria, si può compilare il tesserino blu (PDF) del Ministero della Salute, scrivere una dichiarazione scritta su un comune foglio bianco che riporti nome, cognome, data e luogo di nascita con la dichiarazione di volontà oppure compilare un atto olografo dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule.
Attraverso queste dichiarazioni, i dati vengono inseriti nel Sistema Informativo Trapianti (SIT) e da quel momento la propria scelta diventa una sorta di testamento.
Perchè al prossimo si possono donare beni e avere, ma anche una parte di se, ridonando la vita.