La troppa assunzione di vitamina C aumenta il rischio di calcoli renali, secondo nuovi studi.
Molte persone sono solite utilizzare integratori per l’assorbimento di “vitamina C” con l’avvicinarsi dell’inverno e l’inizio della stagione di raffreddori, dimenticando che il troppo è sempre contropoducente.
Il Centro sanitario tedesco ha avvisato che l’assunzione eccessiva di vitamina “C” aumenta il rischio di sviluppare calcoli renali, soprattutto nelle persone che hanno la pressione alta, il diabete o le persone che non bevono liquidi a sufficienza.

Il centro tedesco lo ha giustificato dicendo che il corpo non elimina la quantità in eccesso di vitamina C attraverso le urine, ma la converte in acido ossalico, che costituisce la maggior parte dei calcoli renali.
L’incidenza dei calcoli renali è indicata dall’osservazione di alcuni sintomi, come un forte dolore al lato della parte inferiore dell’addome o alla schiena, un desiderio urgente di urinare con piccole quantità di urina, dolore durante la minzione e la presenza di sangue nelle urine per infezione delle mucose, oltre a sintomi generali quali febbre, brividi, sudorazione, nausea e vomito.
Per evitare il rischio di sviluppare calcoli renali, non è consigliato assumere integratori alimentari contenenti vitamina C se non sotto la supervisione di un medico.
Vale la pena notare che il valore giornaliero raccomandato per la “vitamina C” è di circa 75 milligrammi per le donne adulte e 90 milligrammi per gli uomini adulti, secondo il National Institute of Health in America.