L’uso regolare della cannabis è collegato a un aumento del rischio di infarto, insufficienza cardiaca e ictus. Questo legame è stato sottolineato da studi preliminari presentati durante le sessioni scientifiche dell’American Heart Association del 2023. Gli studi hanno evidenziato come il consumo regolare di cannabis possa incrementare il rischio di queste gravi condizioni cardiache, anche tenendo conto di altri fattori di rischio cardiovascolari come il diabete di tipo 2, l’ipertensione e l’obesità.
Una delle principali preoccupazioni riguarda il modo in cui la cannabis viene consumata. Il fumo di cannabis, indipendentemente dal contenuto di THC, contiene componenti simili a quelli del fumo di tabacco, tra cui un aumento cinque volte superiore delle concentrazioni di carbossiemoglobina (monossido di carbonio, un gas velenoso) e un triplo aumento di catrame, similmente agli effetti dell’inalazione di una sigaretta di tabacco. Questi componenti sono stati associati a diversi problemi cardiaci, come malattie del muscolo cardiaco, dolori toracici, attacchi di cuore, disturbi del ritmo cardiaco e altre gravi condizioni.
La ricerca ha anche esplorato come l’uso della cannabis influenzi diversi gruppi demografici, compresi gli anziani e le persone già diagnosticate con malattie cardiovascolari. Sebbene alcuni studi abbiano suggerito che l’uso della cannabis (sia CBD che THC) possa essere sicuro ed efficace per le popolazioni più anziane, ad esempio nel ridurre il dolore neuropatico comune tra le persone con diabete di tipo 2, migliorare la qualità della vita e diminuire l’uso di farmaci su prescrizione (inclusi gli oppioidi), c’è ancora poca ricerca sugli effetti a lungo termine dell’uso della cannabis in questo gruppo di persone. È importante sottolineare che l’uso della cannabis dovrebbe essere affrontato con estrema cautela nelle persone con malattie cardiache poiché aumenta il bisogno di ossigeno del cuore allo stesso tempo in cui diminuisce la disponibilità di ossigeno, potendo causare angina (dolore toracico).
La ricerca sull’impatto della cannabis sul cuore e sui vasi sanguigni è stata limitata a causa della classificazione della cannabis come sostanza controllata di Tabella I dall’agenzia statunitense DEA, definita come avente un alto potenziale di abuso e senza usi medici accettati, rendendo difficile lo studio approfondito. L’American Heart Association ha suggerito che la DEA rimuova la cannabis dalla Tabella I delle sostanze controllate degli Stati Uniti per permettere uno studio più ampio da parte degli scienziati. Questo cambiamento potrebbe favorire la realizzazione di studi prospettici a breve e lungo termine sull’uso della cannabis e la sicurezza cardiovascolare, fornendo informazioni scientifiche basate sui fatti sull’effetto della cannabis sul cuore e sui vasi sanguigni.
In sintesi, mentre l’uso della cannabis continua a diventare sempre più diffuso, è fondamentale che i consumatori siano consapevoli dei potenziali rischi per la salute, soprattutto in relazione a malattie cardiache e vascolari. La consultazione con un professionista sanitario e l’uso consapevole e informato possono aiutare a mitigare alcuni di questi rischi, specialmente attraverso forme di consumo che non implicano il fumo o il vaporizzatore.