La scorsa stagione influenzale, quella 2017/18 si è chiusa con un bilancio pesante:744 casi gravi e 160 decessi.
Nella popolazione generale sono dominanti i ceppi di tipo B, mentre nell’ambito dei virus A prevalgono i ceppi A/H1N1pdm09. Tra i casi gravi e severi invece, soprattutto fra i decessi, più della metà dei casi sono causati dal virus A/H1N1pdm09.
Milioni di italiani sono finiti a letto con i sintomi classici: debolezza, dolori muscolari e ossei, debolezza, tosse secca squassante, mal di gola. Tutto iniziato con una febbre abbastanza elevata.
“È stata l’epidemia più importante degli ultimi 15 anni, con un picco molto intensa in moltissimi casi, ma pochi casi gravi rispetto al totale complessivo”, ha commentato l’ISS a maggio, quando finalmente i casi si sono esauriti.
Ma purtroppo per temere i virus stagionali non bisognerà aspettare l’arrivo del prossimo inverno e dei primi freddi: già un virus di fine estate sta mettendo a letto migliaia di italiani.
Infatti con gli ultimi giorni di agosto tornano anche raffreddori e disturbi gastrointestinali da fine stagione.
Il continuo su e giù del termometro potrebbe aver influito sulle difese immunitarie dell’organismo pregiudicando la risposta in particolare alle infezioni intestinali.
Gli italiani di rientro dalle ferie, insomma, sono avvertiti: a dargli il benvenuto per la nuova stagione lavorativa potrebbe esserci qualche “inconveniente” intestinale.
Niente di grave: fastidiosi malesseri che “possono essere attenuati con un’automedicazione responsabile, con farmaci che riducono i sintomi, ma senza azzerarli del tutto, in modo da poter seguire l’andamento naturale della malattia”, spiega all’AdnKronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo all’università degli Studi di Milano.
“È un classico: le temperature di questo periodo di transizione facilitano il lavoro dei virus, assai attivi in questo momento” ha aggiunto l’esperto, stimando, con una certa approssimazione, tra i 60 e gli 80mila i casi di persone già colpite nel nostro Paese.
Se però, come abbiamo detto, nella maggior parte dei casi non c’è nulla da temere se non qualche giorno di convalescenza, l’attenzione non va mai abbassata troppo.
“Bisogna sempre avere una particolare attenzione nelle persone fragili, per evitare sovrainfezioni batteriche che potrebbero creare preoccupazioni” ha sottolineato infatti Pregliasco, ricordando che spesso “anche lo stress è un fattore che favorisce le malattie virali”.
Per questo ad essere più a rischio malanno sono “le persone appena rientrate che soffrono particolarmente di ‘sindrome da rientro’, quelle che non sono ancora andate in vacanza o che vivono situazioni particolarmente stressanti”.
Come di consueto, i medici consigliano riposo al letto, bere tanti liquidi e, se necessario, assumere farmaci per tenere sotto controllo la febbre.
Il paracetamolo o, in alternativa, l’ibuprofene, va bene anche per i bambini mentre l’aspirina deve essere usata solo dagli adulti.
Utili i lavaggi nasali se non si riesce a respirare bene o i fumenti con bicarbonato. Mai assumere l’antibiotico se non ci sono complicazioni batteriche (come bronchite, polmonite o otite) e non serve intasare il pronto soccorso.
Ricordiamo che, molto probabilmente, il boom di sindromi parainfluenzali fatte da un mix di nausea, vomito e diarrea spesso accompagnati da febbre non è altro che l’antipasto: l’apertura delle scuole spianerà la strada alla diffusione dei virus che già impazzano.